“Siamo a una svolta”, “non sarà più come prima”, “non si può ripartire senza innovare”…
Li abbiamo sentiti tutti questi discorsi.
Concretamente, che cosa si sta facendo?
Mi limito alla scuola (sul resto, velo pietoso).
Con tutta la comprensione per la difficoltà del momento e per il compito arduo di far ripartire la scuola, non mi sembra che si colga nel segno quando ci si limita alle misure igienico-sanitarie, alla gestione degli spazi e all’assunzione di nuovi insegnanti. Tutti aspetti importanti, ma a mio avviso marginali.
Quello di cui c’è bisogno, e un bisogno urgente, è un cambiamento radicale dei nostri sistemi educativi e il momento di chiederlo a gran voce è questo.
Parto da un dato che è sotto gli occhi di tutti.
L’emergenza Covid-19 ha evidenziato in maniera inoppugnabile la necessità e l’urgenza di educare alla salute e alla prevenzione.
Già questo sarebbe un bel cambiamento, perché attorno al tema della salute potrebbero ruotare quelle competenze formative di cui c’è un estremo bisogno e che per fortuna gli insegnanti per vocazione trasmettono da sempre, ma che dovrebbero diventare insegnamento curricolare in ogni ordine e grado di scuola.
Di che cosa si tratta?
Parlo di quelle che vengono chiamate life skills o competenze per la vita.
Alcuni esempi.
Alimentazione (non solo fisica)
Arte di respirare
Gestione dello stress (rilassamento, meditazione)
Stile di vita
Come rafforzare il sistema immunitario
Le emozioni e il loro impatto sulla salute : come riconoscerle, nominarle e gestirle
Salute o meglio sanità affettiva e sessuale (siamo uno dei pochi Paesi europei in cui non esiste l’educazione sessuale come materia curricolare)
Capacità di gestire conflitti e insuccessi, funzione dell’errore
Capacità di prendere decisioni
Educazione alla leadership come capacità di condurre se stessi e di assumersi responsabilità nei confronti della società e del pianeta.
Basterebbero 2 ore al mese in ogni ordine di scuola e in 15-20 anni avremmo formato una generazione più sana e consapevole, capace di risanare il vivere associato e di trovare soluzioni ora impensabili ai problemi che ci attanagliano.
Domanda. Chi dovrebbe insegnarle?
Se devono essere generalizzate, occorre che diventino parte integrante della formazione dei nuovi insegnanti. Questo è un processo lungo, e i tempi stringono, lo sappiamo tutti.
Vedo dunque due percorsi paralleli.
1. Iniziare da subito a inserire nei percorsi formativi dei nuovi insegnanti queste discipline, affidandole a personale esperto e specializzato.
2. Nel frattempo, introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado due ore al mese di una “materia” che potrebbe essere chiamata “educazione alla salute”, “abilità per la vita” o in maniere più originali e fantasiose, in cui si trattino specificamente le tematiche che ho delineato e anche altre che possono entrare in questa formazione della persona. Utilizzando degli “esperti”, come già si fa per altre discipline.
Abbiamo fior di psicologi, counselor e life coach ben preparati e perfettamente in grado di lavorare coi ragazzi in questi campi.
Questo ha dei costi.
Non per nulla, il fondo europeo stanziato dopo estenuanti trattative si chiama Next Generation Fund. Far confluire fondi alla scuola anche per questo obiettivo (e non solo per i banchi con le ruote e per assumere supplenti) mi sembra un obiettivo che andrà a vantaggio di tutti i cittadini anche a costo di sacrificare altri settori. La scuola riguarda tutti noi, non solo studenti e insegnanti!
Termino con un appello e con un invito.
L’appello è rivolto a tutti quelli (insegnanti, genitori, ma anche gli operatori che dovrebbero insegnare queste competenze) che condividono l’urgenza di introdurre questo tipo di lavoro coi ragazzi in tutte le scuole, perché diffondano questa richiesta in tutte le sedi che hanno possibilità di incidere in qualche modo sulle scelte che si stanno per fare.
L’invito è a quegli insegnanti che hanno già applicato queste tematiche al loro insegnamento di qualsiasi materia, a mandarmi un breve resoconto delle loro esperienze da pubblicare su questo blog, per arricchire ed esemplificare la mia proposta.
Partire dalla scuola vuol dire incidere a cascata su tutti gli altri campi del vivere associato.
Sono pienamente d’accordo con tutto quanto scrivi e anche sull’urgenza di farlo: il Pianeta e il nostro corpo personale e sociale ci stanno dando forti segnali, ma pare che i più stiano ancora dormendo e non li colgano….Dopo 37 anni di lavoro all’interno della scuola primaria sento che anche i bambini, a loro modo, ci stanno chiedendo di cambiare e noi insegnanti, in questi anni, abbiamo trasformato tante volte il nostro modo di insegnare, ma è necessario adesso cogliere queste nuove sfide che tu hai lanciato e che tanti professionisti del mondo della scuola, e non, hanno individuato. Vanno ben al di là e più in profondità delle “competenze-chiave” europee coinvolgendo il mondo delle relazioni: con se stessi, con gli altri, con il Pianeta e la Vita.
Concludo con una poesia di Maya Angelou, poetessa, attrice e ballerina statunitense.
Il nostro tesoro sono le relazioni
“Ho imparato che le persone
possono dimenticare
ciò che hai detto,
possono anche dimenticare
ciò che hai fatto,
ma le persone
non dimenticheranno mai
come le hai fatte sentire”.