
E` sicuramente una cosa seria.
Ci sta anche insegnando un sacco di cose: comportamenti più responsabili, stili di vita più rispettosi di noi stessi e del nostro prossimo, ad accettare sacrifici e rinunce, a cambiare abitudini inveterate.
E qui non posso non pormi una domanda sconvolgente:
perché lo stesso effetto di scossa, inversione di rotta e drastica mobilitazione non viene innescato da fenomeni ben più disastrosi come gli incidenti stradali (9 morti al giorno in Italia), i suicidi (10 al giorno in Italia, uno ogni 40 secondi nel mondo), l’AIDS (2 milioni di decessi all’anno nel mondo), l’anoressia, la droga, gli hikikomori?
Queste conte di morti mi fanno tremare, perché quando anche un solo essere umano muore “non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”[1].
E` solo per rimettere un po’ in ordine il senso delle proporzioni.
Se di fronte alle cifre per fortuna ancora molto contenute delle vittime da Corona virus stiamo imparando e insegnando ai nostri bambini a non tossire in faccia alla gente, a lavarci bene le mani, a starnutire nel gomito, a fare un po’ di digiuno da partite di calcio, da bagni di folla, da feste e carnevali…
perché non si attiva un imperativo altrettanto se non più impellente a non guidare in stato di ebbrezza o inviando sms, a rispettare i limiti di velocità, a prenderci cura delle persone sole, a investire risorse umane e finanziarie per far crescere più sani e felici i nostri giovani, il bene più prezioso che abbiamo?
Per dare loro un’educazione sessuale, relazionale ed affettiva estesa a tutte le scuole, che li aiuti a prevenire non solo malattie come l’AIDS, ma anche la confusione, lo smarrimento e l’infelicità che spesso sono alla base dei suicidi e dei disturbi alimentari?
Perché non lanciamo politiche giovanili e scolastiche in grado di dare ai ragazzi orizzonti di senso, scopi di vita, canali per esprimere la loro creatività e i loro talenti?
Perché non insegniamo loro a relazionarsi fra loro in modi non superficiali e non violenti, a gestire il conflitto, a riconoscere le loro emozioni, a saperle comunicare con onestà, a sapere attraversare il dolore, la sconfitta e la perdita e a sapersi risollevare, perché non diciamo loro che nella vita c’è anche un lato ombra, che ha il suo valore e la sua ragione di essere, che dalle crisi si esce cresciuti e rafforzati…
Stiamo parlando delle life skills o competenze per la vita, infinitamente più importanti della matematica e dell’informatica, della storia, delle scienze e delle lingue straniere: che ovviamente devono continuare a essere insegnate, e insegnate bene.
Perché non ci mobilitiamo per ottenere tutto questo? Sai quanto calerebbero i suicidi, i casi di anoressia, di morte (fisica e psichica) per droga e per alcoolismo?
Il personale competente a trasmettere queste abilità c’è. Ci sono moltissimi psicologi e counselor che sono pienamente qualificati a condurre gruppi coi giovani su queste tematiche. Se i nostri governanti stanno dando prova di saper prendere decisioni anche impopolari e finanziariamente penalizzanti per contrastare i danni da Corona virus, perché non sono capaci di scuotersi e di attivarsi per prevenire disastri ben più devastanti?

[1] John Donne