Il 7 dicembre 2018 L’UNESCO ha lanciato la propria campagna “Educazione Sessuale Completa: il fondamento per la vita e per l’amore”.
Nel 2012 i Paesi dell’ U.E. hanno approvato gli “Standard per l’educazione sessuale in Europa” emanati dalla OMS e applicati nella maggior parte degli Stati europei.
In Italia, i timidi tentativi che ci sono stati per introdurre l’educazione sessuale nelle scuole sono sempre miseramente falliti, anche a causa dell’opposizione delle associazioni di genitori e della Chiesa cattolica.
Può apparire strano che ci sia bisogno di battaglie politiche e dei richiami delle grandi organizzazioni internazionali per qualcosa che sembrerebbe così elementare. L’ educazione sessuale è un aspetto come tanti altri della crescita e dello sviluppo umano ed è dimostrato che i bambini anche piccoli sono perfettamente in grado di comprendere i fatti della sessualità se trasmessi col linguaggio adatto e con la necessaria gradualità.
Dove sta allora l’intoppo? Lo sappiamo. Le reticenze, l’imbarazzo vengono dal mondo degli adulti. Si potrebbe chiamare “la catena dell’infelicità”. La maggior parte degli adulti non ha ricevuto una sana educazione alla sessualità che per molti è ancora un tabù, un’area ferita. E’ per questo che non sono in grado di trasmetterla a figli, nipoti, alunni in modo sereno e rilassato. I bambini avvertono immediatamente queste reticenze e smettono di chiedere. Quando sono più grandi vanno poi a cercarsi le informazioni dove possono : è così facile, basta un clic o un touch sul cellulare, e si illudono di sapere già tutto. Conosciamo le conseguenze deleterie di questo modo di apprendere e di essere iniziati alla sessualità.
Così i ragazzi sono sottoposti a influenze contraddittorie : da un lato la reticenza di scuola e famiglia fa passare il messaggio che c’è qualcosa di sbagliato nel sesso, che è qualcosa di cui vergognarsi e di cui non si può parlare, dall’altro la pubblicità, i media, le allusioni e il pensiero di massa ne trasmettono il fascino e l’attrattiva e quasi l’obbligatorietà se non vuoi rimanere indietro.
Che fare, da dove partire?
Finché la scuola e la società civile non si muovono (ma nulla ci impedisce di dare ogni tanto qualche spintone) la mia proposta va agli adulti di riferimento : cominciamo noi genitori, insegnanti, educatori a prepararci. Cominciamo ancora prima che arrivino le domande imbarazzanti dei bambini, ancora prima di avere dei bambini (!). Cominciamo un viaggio di riscoperta della nostra storia personale con la sessualità, chiediamoci che cosa ci è mancato, di che cosa avremmo avuto bisogno, cominciamo a cercare libri, sia quelli che possano aiutare noi adulti sia libri da proporre ai bambini e magari da leggere insieme a loro, o da lasciare casualmente sul tavolo del soggiorno per i ragazzi più grandi. Esistono film da cui partire per intavolare una conversazione coi ragazzi, esiste un uso saggio della rete in cui un adulto si può avventurare senza incorrere nelle trappole a cui sono esposti i giovanissmi. Vi assicuro che ne sarà valsa la pena. E che probabilmente miglioreranno anche i rapporti con i vostri partner sessuali.
Leggiamo anche libri rivolti ai ragazzi, come fossero rivolti al nostro bambino interiore. Libri buoni ce ne sono, tanti. Un invito : fra i libri da proporre ai ragazzi, cercate quelli che trasmettono un clima di affettività e di cura, come fossero scritti da qualcuno a cui importa di loro e che ha a cuore la loro felicità. Infatti è questo, questa intimità, questa attenzione affettuosa, che raramente si trovano in un libro, a rendere i genitori le figure più adatte a conversare di sessualità coi bambini.
E i nonni? Sarà un lavoro utilissimo anche per loro. A volte i bambini hanno più confidenza coi nonni, e magari si azzardano a fare domande che ai genitori non farebbero : o perché li vedono troppo impegnati o perché c’è un fratellino o una sorellina a cui vanno le attenzioni della mamma e del papà…
E se i nipotini non chiederanno ai nonni, se troveranno un dialogo soddisfacente coi genitori, tanto meglio. Sarà comunque servito anche ai nonni che prima di morire avranno fatto pace con una parte così importante della loro vita.