Buongiorno di Massimo Gramellini La Stampa 4 agosto 2016

[…]
Si continua a trattare l’uccisione di donne non consenzienti come un’emergenza di cui stupirsi e per cui indignarsi ogni volta, mentre ormai è una tragica normalità che richiede interventi strutturali. La politica deve asciugarsi le lacrime da coccodrillo e aprire il portafogli, finanziando in modo sistematico i centri antiviolenza presso i quali una donna alle prese con un troglodita mascherato a giorni alterni da fidanzatino di Peynet possa trovare ascolto. E poi occorre un corso di educazione sentimentale nelle scuole. Povere scuole, come non avessero già abbastanza fardelli sulle spalle. Ma lo Stato non ha altri luoghi per proporre un modello diverso da quello patriarcale, che ancora governa sottotraccia milioni di famiglie.

Tra maschi, i sentimenti restano circondati da una sorta di pudore. Ma a furia di ignorarli, alcuni non sanno come gestirli. Come affrontare il rifiuto e la sconfitta, l’abbandono e la solitudine. E come accettare la libertà altrui anche quando contrasta con il proprio ego. Se il vero amore avesse una definizione, sarebbe questa: desiderare che la persona amata sia viva. Sempre. Anche quando non ti vuole, o non ti vuole più.

Oltre al corso di educazione sentimentale, occorrerebbero corsi di risoluzione dei conflitti, di gestione delle emozioni distruttive come la rabbia e la paura e su come elaborare insuccessi e frustrazioni, corsi di consapevolezza di sé e di autostima, di soluzione di problemi, di comunicazione nonviolenta, di educazione a una sessualità sana e consapevole. In inglese c’è un nome per queste abilità : life skill, abilità per la vita. Non dovrebbe il loro insegnamento essere obbligatorio e prioritario in tutti gli ordini di scuola? Con tutti i giovani psicologi disoccupati che ci sono in Italia non sarebbe difficile. Le bambine tibetane in esilio che ho in adozione a distanza mi hanno inviato la loro pagella : fra le “materie” elencate ci sono le Life skills. Impariamo da loro.

Share This