Ieri ho visto un film che mi ha molto colpita : “The Sessions – Gli incontri” diretto da Ben Lewin. Il film tratta la vera storia del poeta e giornalista Mark O’Brien, paralizzato dal collo in giù a causa di una poliomielite, che decide di affidarsi a una professionista del sesso o sex surrogate perché soffre per non avere ancora avuto, a 38 anni, alcuna esperienza sessuale. Cheryl, la “partner surrogata”, inizierà Mark alla sessualità e alla scoperta del proprio corpo, ma attraverso questo percorso lo aiuterà anche ad aprirsi all’espressione delle emozioni e all’esperienza dell’amore.

Il film affronta con coraggio una questione di cui poco si parla, un problema NEL problema : quello di come prendersi cura dei bisogni affettivi ed erotici di chi è affetto da varie forme di disabilità.

Mettendosi a cercare, qualcosa per fortuna si scopre che può dare un po’ di speranza : come il progetto Love Giver https://www.lovegiver.it/il-progetto/ .

Di che cosa si occupa? Copio dal loro sito :

L’assistenza alla sessualità a persone con disabilità rappresenta un concetto che racchiude allo stesso tempo “rispetto” e “educazione”, che solo per un paese civile può rappresentare la massima espressione del “diritto alla salute e al benessere psicofisico e sessuale”.

Per questo motivo parlare semplicemente di Assistenza Sessuale può risultare estremamente riduttivo, qualificarne il concetto più complesso attraverso i termini Assistenza all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità permette di assaporare tutte quelle sfumature in essa contenute [] indirizzando al meglio le “energie” intrappolate all’interno del corpo della persona con disabilità.

Percorrendo il sito e guardando il teaser devo confessare che mi sono commossa. La delicatezza, la preparazione, la sensibilità di questi operatori è veramente toccante. Mi è anche venuto un pensiero : questo percorso di iniziazione alla sensualità e alla sessualità ci vorrebbe anche per chi disabile non è. Pensiamo che una delle domande che ricevono i docenti dei progetti di educazione sessuale nelle scuole è : “Che cosa sono i preliminari?”.

Un tempo, e in alcune culture, questa iniziazione veniva fatta. Cito dal mio libro Nonna, tu che ne sai del sesso? L’arte di amare trasmessa da una nonna ai nipoti adolescenti:

In molte delle antiche civiltà si dava una grande importanza alla preparazione sessuale dei giovani e delle giovani. Forse avrete sentito parlare del Kamasutra () che ci fa capire che questo tipo di istruzione era considerato alla pari dello studio delle altre discipline.

E anche le tanto decantate decorazioni dei templi tantrici avevano precisamente questo scopo : di istruire i giovani sul percorso della sessualità, da quella più banale e quotidiana, a volte anche distorta, a quella più sublime rappresentata nella sommità del tempio.

Nel Taoismo e nel Confucianesimo lo spazio dato alla sessualità era ugualmente molto importante. E anche fra gli Indiani d’America : ricordate le tende delle donne e le tende degli uomini? […]

E voi, oggi, in occidente? Oggi nessuno (o quasi) vi dice niente, nessuno vi dice come fare, nessuno si prende cura della vostra preparazione e soprattutto della vostra felicità sessuale. (pp. 14-15)

Non si trattava infatti di semplici informazioni, ma di una vera e propria educazione con tempi dedicati e percorsi rituali. Ben lontana dalle scarne informazioni di anatomia e igiene sessuale che vengono – e non sempre – impartite nelle nostre scuole.

Sempre sul versante “speranza che qualcosa si muova” vorrei segnalare una serie di quattro brevi film trasmessi da Rai3 a partire dal 31 maggio sul tema disabilità e sessualità :

“Il corpo dell’amore” https://www.raiplay.it/programmi/ilcorpodellamore/

Copio dal link :

Anche in situazioni atipiche, quando il corpo è un ostacolo, uomini e donne sono in cammino verso una dimensione affettiva adulta: alla ricerca della felicità tra relazione e sessualità. Lo racconta la serie documentaria “Il corpo dell’amore”: quattro piccoli film incentrati su protagonisti con disabilità motoria o cognitiva che affrontano le gioie e i dolori della libertà sessuale. Perché una delle prime libertà che si perde quando si è disabili è la propria intimità. “Il corpo dell’amore” racconta un mondo in cui ciò che apparentemente è “atipico”, in realtà così atipico non è.

C’è molto da fare. Sia sul versante “sessualità e disabilità” sia su quello dell’educazione sessuale in senso lato. Che non sono certo separati. Una nuova e più umana visione della sessualità e del suo ruolo nella formazione dei giovani alla bellezza, all’amore e alla relazione risolverà naturalmente anche il “problema” dell’isolamento dei disabili rispetto alle relazioni affettive e sessuali.

Dal film “The Sessions” di Ben Lewin

Share This